lunedì 25 dicembre 2006

buon natale!




He knows when your are sleeping,
He knows when you're on the can,
He'll hunt you down and blast your ass from here to Pakistan.
You better not breathe, you better not move,
You're better off dead, I'm telling you, dude.
Santa Claus is gunning you down!

martedì 21 novembre 2006

CentannidiTORO / 2
Quei 3 minuti e 42 secondi che cambiarono la storia


27 marzo 1983, la Juventus sta vincendo il derby per 2-0 siamo al 70°, qualcosa però gravava sul cielo di Torino quel giorno, e i 3 minuti e 40 secondi, che avremo qui sotto raccontati da Piero Dardanello, su quello che all'epoca era il giornale sportivo di Torino, cambieranno per sempre la storia del Torino Calcio, e saranno parte di quella leggenda che fa si che non si deve mai smettere di sperare.

“Al 71’ la giuve perde palla con Scirea che se la fa ghermire da Galbiati, il quale avanza, scambia con Bonesso (subentrato a Borghi) e centra da destra verso l’accorrente Dossena. Il fuoriclasse del Torino è magistrale nella deviazione di testa del 2-1…Il gol di Dossena è l’occasione per rendere il pubblico e la squadra granata addirittura indemoniati…La Juve non c’è più e subisce l’inimmaginabile. Il Torino è a dir poco spiritato e un minuto dopo pareggia. Dossena riparte in verticale, appoggia a Beruatto e la centrata del terzino trova puntuale la testa di Bonesso che devia alle spalle di uno Zoff più sorpreso che colpevole. E’ finita? Macché! Al 74’, in un susseguirsi di azioni tumultuose, i granata vanno addirittura a vincere con una fantastica rovesciata di Torrisi. Il pallone, battuto dall’alto in basso, colpisce violentemente terra e rimbalza brutalmente per gonfiare la rete. E’ il delirio granata. E’ la fine del campionato. E’ il riscontro di una squadra – il Torino – diventata nuovamente indomabile”

Tieni duro Alexander



Tieni duro Alexander, il veleno che hai nel sangue non può ucciderti, vivi, perché la tua vita darà al tuo popolo una nuova speranza di vita, se risorgerai tante persone dovranno cominciare a tremare.

Tieni duro Alexander, espelli quel veleno schifoso, e trasformalo in rabbia per far terra bruciata attorno ai mandanti del tuo omicidio.

lunedì 20 novembre 2006

Anna e Alexander



antefatto: 3 aprile 2006 strasburgo, parlamento europeo, parla Gerard Batten eurodeputato dell'indipendence party inglese

"uno dei miei componenti, alexander litvininenko è stato tenento colonnello dell'FSB, l'ex KGB.

L'esposizione di Litvininenko sulle attività illegali della FSB lo costrinse a cercare asilo politico all'estero. Prima di cercare il posto dove rifugiarsi consultò il suo amico il generale Anotolj Trofimov un capo deputato dell'FSB. Il generale Trofimov disse a Litvinenko: "non andare in Italia, ci sono molti agenti del kgb tra i politici, Romano Prodi è il nostro uomo là" Nel Febbraio 2006 Litvinenko riportò questa informazione a Mario Scaramella della commissione Guzzanti che investiga sull'infiltrazione del KGB nella politica italiana. Quezta insinuazione contro un ex capo della commissione europea è una delle più gravi. Dovrebbe essere aperta un inchiesta, il parlamento europeo dovrebbe produrre una propria inchiesta"


scrivo questo articolo per colmare quel vuoto informativo che l'Italia sta facendo su un fatto che come vedremo ci riguarda molto da vicino.

il fatto, dovreste saperlo, Alexander Litvinenko sta morendo a Londra in ospedale, 2 giorni fa è stato avvelenato con il tallium radiattivo, una sostanza non presente in natura, e che pare riportare in maniera chiara la firma FSB. La cronaca londinese sostiene che 2 ore prima aveva incontrato in un caffè londinese Mario Scaramella, per ricevere dei documenti.

Come e quando Litvinenko abbia ricevuto il tallium lo può sapere solo lo stesso Litvinenko che in questo momento purtroppo ha ben altri problemi a cui pensare che poter parlare. Malelingue inglesi, sempre pronte a vedere in noi italiani terroristi e mafiosi tirano in ballo Mario Scaramella, uomo della commissione Mitrokhn alle dipendenze del senatore Guzzanti di Forza Italia, quest'ultimo in un'intervista al corriere ha smentito ogni coinvolgimento del suo consulente Mario Scaramella. Uomo apparso dal nulla per la commissione Mitrokhn, già coinvolto in una sparatoria con dei camorristi nel 2004, esperto in materia nucleare, a leggere le sue brevi note biografiche si capisce poco, anzi pochissimo di lui, sappiamo che solo da un paio d'anni ha avuto il diploma di tecnico di prevenzione dell'ambiente e dei luoghi di lavoro a Tor Vergata, con punteggio di 22,45 non certo un bambino prodigio visto che l'ha ottenuto a 32 anni, in un articolo apparso su l'espresso 3 febbraio 2005 pag62 a firma di Riccardo Bocca, in cui si parla di rifiuti nucleari nel golfo di Napoli Scaramella avrebbe:

- collaborato nel 96 con magistrati napoletani per la questione rifiuti nucleari
- collaborato dall'88 al '91 con l' Alto commissariato antimafia
- sarebbbe membro del Research ìnstitute all' Università californiana di San José
- aveva svolto incarichi riservati all'estero tra Stati Uniti, Gran Bretagna e Belgio

Riccardo Bocca non è certo un giornalista incapace ha lavorato prima all'unità per poi diventare caporedettaore a l'Espresso, è autore di molti libri di investigazione giornalistica. Quindi dobbiamo supporre che sa di cosa scrive.

Questo era solo per dare quel minio identikit possibile a un nome che appare su alcuni organi di stampa ma di cui non si può conoscere molto, e soprattutto la giovane età e l'apparente altissima esperienza fa sembrare molto delicato in questo ruolo.

Torniamo però ad Alexander, da cui siamo partiti, come sappiamo da Batten ha incontrato Scaramella nel febbraio di quest'anno, e l'ha re-incontrato 2 giorni fa poche ore prima che Litvinenko fosse colto da malore. Alexander stava indagando sulla morte di Anna Politkovskaja, da anni Litvinenko era un sostenitore della teoria del completto KGB dietro alle strag del 99, e alla tensione contro la cecenia, nel suo libro Blowing Up Russia accusa apertamente la sua ex organizzazione di aver orchestrato gli attentati per poter usare la mano pesante sulla cecenia, e poter creare un nemico dove non esisteva per poter distrarre la gente dai reali problemi di tutti i giorni e permettere a chi di dovere di farsi i suoi comodi.



Cosa è successo quindi? Litvinenko sapeva che era in cima all'elenco delle persone non gradite al suo ex capo Putin, e sapeva anche che come avevano fatto con Anna avrebbero fatto con lui, sapeva anche che l'Italia è amica del KGB, e sapeva anche che mentre a Febbraio Scaramella era alle dipendenze di un governo di centro-destro ora il governo aveva proprio alla guida "il nostro uomo là" come lo chiamava il suo amico Anatolj. Però sapeva anche che poteva fidarsi di Scaramella, visto che già lo aveva conosciuto. che mano c'è quindi dietro all'avvelenamento di Litvinenko? quella di Putin è probabile, ma se lui è il mandante, chi è l'artefice? davvero come sostiene Gerard Batten, l'attuale leader del nostro governo è uomo del KGB? davvero come sostiene il dossier Mitrokhn il partito comunista italiano e le Brigate Rosse avevano attivato numerose cellule di spionaggio russo in italia? e ancora perché la commssione Mitrokhn nonostante i ripetuti inviti di Londra, non hai mai voluto far venire Miotrokhn in Italia a parlare, non avevano davvero alcuna domanda da fare all'autore del dossier su cui stavano indagando? e ancora perché la nostra stampa pare ignorare un caso che coinvolge da vicino, dapprima ogni giornalista di questo mondo visto che l'omicidio di una giornalista tocca tutti da vicino, e ancora di più noi italiani visto che come vediamo il nostro parlamento aveva legami con chi indagava sulla sua morte. Ed è direttamente accusato di avere molti amici dei servizi russi.

Tutto questo ovviamente non ha e non avrà una risposta, non facciamoci illusioni, siamo in Italia, i giornalisti sanno solo piangere per il non rinnovo del contratto, ma fare inchieste non se ne parla proprio, attenti che si potrebbe danneggiare qualcuno. Anna è morta, Alexander è a un passo dal lasciarci, in passato anche Ilaria se ne era andata, e oggi qualcuno ci dice che forse anche nel suo caso la mano aveva una firma a 3 lettere, quanti altri se ne andranno nel nome della libertà di informazione? o almeno dell'averci provato a dire un'ipotesi di verità.

lunedì 13 novembre 2006

Voci dentro e voci fuori dal coro


Ammetto che un po' mi spiace rovinare questo bel blog libertario con un'intervento che loda la disciplina nazional-socialista, ma ne ho davvero pieni i coglioni di sentire solo più voci fuori dal coro.

Non prendete male quello che ho appena detto, non voglio certo dire qualcosa contro la difesa dell'individualità a cui tanto tengo, però cazzo, le voci fuori dal coro possono esistere solo se sono poche, e se sanno fare un controcanto degno del miglior schubert al coro più imponente, l'attuale starnazzare stonato di giornali e tv, e di tutti i singoli che vogliono mettersi fuori dal coro ha solo creato un coro stonato, una confusione che impedisce di capire cosa dice uno e cosa dice l'altro, forse un po' di sana disciplina nazional socialista tutto sto male non lo farebbe.

mercoledì 18 ottobre 2006

Come eravamo / 2
L'anarchico venuto dall'america per uccidere il re




 
 

Per raccontare questo fatto voglio partire una volta tanto non in mezzo alle cose, ma da un antefatto senza il quale questa storia avrebbe molto meno senso.
Era il 1898, la Lombardia viveva una situazione economica gravissima (furono 519.000 i lombardi costretti a emigrare in quegli anni) a Milano il popolo era sempre più affamato e l'esosa tassa sulla farina e sui macinati imposta dal re, rendeva il costo del pane inaccettabile per il popolo.
Fu così che il popolo insorse, e assaltò i forni del pane, mossi dalla fame e dalla volontà di non morire di stenti, l'insurrezione fu repressa nel sangue con i fucili e i cannoni dai Carabinieri al comando del generale piemontese Fiorenzo Bava-Beccaris, che poi per questa azione di ordine pubblico fu insignito con la Croce di grand'ufficiale dell'ordine militare di Savoia, "per rimeritare il servizio reso alle istituzioni e alla civiltà" da Umberto I re d’Italia.
Le stime parlano di oltre cento persone morte ammazzate dal piombo dell'arma sempre fedele nei secoli allo Stato, tra le vittime vi furono i miserabili in fila dai frati per ricevere la minetra.

Gaetano Bresci era da anni emigrato in America all'epoca di questi fatti, ma quando la notizia giunse al suo orecchio non potè lasciarlo insensibile, giovane anarchico che proprio nel nuovo continente stava scoprendo la dottrina della libertà.
Decise così che avrebbe vendicato quegli oltre cento miserabili che trovarono la morte per aver chiesto di poter mangiare. I restanti 2 anni della sua vita Bresci, come vuole la storia anarchica militante, li destinò alla preparazione del regicidio, tornò in Italia, studiò gli spostamenti del re, si procurò l'arma, e la sera del 29 luglio del 1900, mentre il re rincasava nella sua villa monzese si avvicinò alla carrozza, e il suo braccio0 divenne la vendetta di quei cento pezzenti che il re ordinò reprimere col piombo per un tozzo di pane.
Agì da solo, in perfetto stile anarchico, non provò pietà per l'uomo, ma solo odio per chi aveva con tanta efferatezza commesso quello che ai suoi occhi appariva come un crimine, ma che in quella società era premiato con una medaglia.
Fu condannato per regicidio ai lavori forzati a vita, rinchiuso in una cella alta tre metri guardato a vista, morì un anno dopo suicida in circostanza mai chiarite, il suo corpo fu fato sparire, i documenti sulla sua morte cancellati, di lui è arrivata a noi solo la rivoltella che per un attimo parve ridare al popolo la dignità perduta.
La sua storia si lega per certi aspetti a quella di Guy Fawkes che trecento anni prima cercò di fare lo stesso in Inghilterra con la "congiura delle polveri", ma laddove un gruppo di persone fallì, l'individualismo anarchico di Bresci arrivò dritto al suo obiettivo.

martedì 17 ottobre 2006

Intermezzo
Le tue vacanze in Malesia


le tue vacanze in Malesia mi regalano tranquillità/ saranno quindici giorni appena ma è pur sempre una novità / è provare letti giovani e nuove possibilità / intermittenze veloci di niente e qualcosa / e intervalli più brevi tra un niente e un qualcosa

i nostri amori in rovina / disattenzioni e poca intimità

aspetto il tuo ritorno / con ansia nascosta male / tra le pieghe degli occhi / per poi ricominciare / con la percentuale abituale / di rabbia e cibo in scatola / e tutto da rifare / in forse il tuo ritorno / e l’ansia nascosta male / tra le pieghe degli occhi / per poi ricominciare / con la percentuale abituale / di whisky e cibo in scatola / e tutto da rifare

le tue vacanze in Malesia regalavano tranquillità / dopo l’esplosione in volo hanno parlato di fatalità / qui intanto tutto è normale proprio come pochi mesi fa / tra intermittenze veloci di niente e qualcosa / e intervalli previsti tra un niente e un qualcosa

rinuncio al tuo ritorno / e alle nostre scene migliori / tra vodka e sonniferi
per poi ricominciare / a ondate / l’invasione abituale / di ambrosia e cibo in scatola / la noia da scacciare / io sogno il tuo ritorno / e le nostre sere migliori / tra insonnia e sonniferi / per poi ricominciare / a ondate / l’invasione abituale /di chemio e cibo in scatola / l’attesa che rimane

VALENTINA DORME - LE TUE VACANZE IN MALESIA

lunedì 16 ottobre 2006

L'uccellino che aiutò cristo



Erano passate sei ore da quando Gesù Cristo era stato crocifisso in cima al monte, le sue energie ormai ridotte a un lumicino, e le speranze di essere salvato ancora minori, i suoi compagni avevano abbandonato, e avrebbe condiviso il suo dolore solo con due ladroni.
Passava da quelle parti un piccolo uccellino, che uditi i lamenti di Gesù accorse al suo capezzale, si accorse che la fronte era massacrata da una corona di spine.
L'uccellino fece così l'unica cosa che poteva fare di fronte a quel supplizio, col becco si mise a togliere le spine dalla fronte di Gesù. Successe così che mentre toglieva le spine dalla fronte una goccia di sangue gli sporcò di rosso il petto.
Da quel giorno lui e tutti i suoi discendenti ebbero il petto color rosso, a ricordo del loro antenato che per ultimo cercò di aiutare dalle sofferenze Gesù Cristo


Conobbi così, tramite questa leggenda, quando ero bambino la bellissima storia del pettirosso, un uccello splendido che ogni anno verso l'autunno veniva a popolare i nostri boschi. E che solo in più tarda età avrei scoperto essere preda dei bracconieri, che senza pietà li uccidevano a migliaia, intrappolandoli in archetti e reti, pur di cibarsi dei loro piccoli corpicini.

questo post lo dedico ai due piccoli pettirossi a cui ieri ho potuto ridare la libertà, ma soprattutto va a quel piccolino che è morto pochi istanti prima di riottenere la libertà intrappolato ormai da troppe ore in una rete assassina.

venerdì 13 ottobre 2006

CentannidiTORO / 1
Quando la tromba squillava nella fossa dei leoni


a poco meno di due mesi dal centenario della squadra che amo più di ogni altra cosa al mondo, inizio una rubrica per ripercorrere la storia del mio grande torino, con aneddoti, racconti, personaggi, poesie e fotografie.

capitava in quegli anni che la squadra battesse la fiacca, succedeva anche a loro... Allora sentivamo una tromba che suonava la carica e vedevamo capitan Valentino Mazzola rimboccarsi le maniche della maglietta... Da quel momento sembrava che in campo ci fosse una invasione di maglie granata e i gol fioccavano... Non erano tempi avari... Il giorno dopo la tragedia la tromba suonò ancora una volta al Filadelfia, come aveva fatto per tanti anni, per innumerevoli domeniche... Fu una carica senza gioia, senza baldanza, un lungo e rabbioso addio...


Queste bellissime parole, scritte da Alessandro Verdecchi per il film "ora e per sempre" ricordano una delle più belle figure di questi cento anni di storia granata. Quella del trombettiere del filadelfia, che per anni ha rapppresentato il grido della folla che dava la certezza che le cose sarebbero sempre finite bene.
Quel suono ha riecheggiato nella fossa dei Leoni (così veniva chiamato il vecchio stadio Filadelfia) dal 45 a quel maledetto 4 maggio 1949, quando il cielo si portò via con se quella squadra che nessuno poteva battere.

Come eravamo / 1
Quella volta che i fascisti andarono al governo


Correva l'anno 1960, chiusa la parentesi dell'esperienza del centro sinistra, la DC apre una nuova era quella del "monocolore" così chiamato perché al governo ci saranno solamente esponenti DC, con l'appoggio esterno dell'estrema destra italana. Così il 23 Marzo 1960 la camera da la fiducia al governo Tambroni, grazie ai voti fondamentali del Movimento Sociale.

Gli effetti di un tale governo si vedono in brevissimo tempo, il 21 Maggio a Bologna un comizio del PCI viene fatto sciogliere dalla polizia. il 15 Giugno, il ministro allo spettacolo Umberto Tupini annuncia che ci sarà drastica censura per tutti quei film con "soggetti scandalosi, negativi per la formazione della coscienza civile degli italiani" il primo film ad essere accusato è "la dolce vita" di Fellini. Ma sarà a Luglio che la protesta monterà e la repressione pure, così il 7 luglio a Reggio Emilia, durante una manifestazione antifascista, la polizia reprime i manifestanti lasciando 5 morti per le strade. Una settimana dopo il presidente del consiglio Tambroni cerca alla camera di addossare le colpe ad un piano prestabilito dal cremlino (quanto è vecchia l'abitudine italica di dare le colpe ai comunisti?), ma 5 giorni dopo, la protesta avviene anche all'interno della stessa DC e così il governo Tambroni è costretto alle dimissioni.

mercoledì 11 ottobre 2006

Ite Missa Est




Questo post è dedicato al nostro grande Papa, visto che come riportava ieri il Times ha deciso che per venire incontro alla modernizzazione del mondo, all'interculturalità della nostra società, la Santa Messa tornerà a essere in latino.

A quando il ripristino dell'inquisizione e della caccia alle streghe? A quando la prossima crociata contro i mori? Non vorremo certo perdere queste belle tradizioni della Santa Chiesa Romana Apostolica.

Suscipiámus, Dómine, misericórdiam tuam, in medio templi tui: ut reparatiónes nostrae ventúra solémnia cóngruis honóribus praecedámus. Per Dóminum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum, qui tecum vívit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia saécula saeculórum.

giovedì 5 ottobre 2006

Indulto!



Purtroppo se per gli umani il carcere è una situazione quasi sempre temporanea, anzi con la prossima abolizione dell'ergastolo, sarà sempre una cosa temporanea, questo non si può dire per i quadrupedi, per i quali il carcere è quasi sempre definitivo, ben pochi di loro infatti potranno vedere la luce fuori dalle sbarre, il caldo di una casa, e la comodità di un divano. Generalmente solo quelli che vi arrivano da molto piccoli, che hanno avuto la fortuna di avere una taglia non grande, ben disciplinati con altri cani e con gli umani, e dotati anche di un po' di fortuna.

Per tutti gli altri c'è il carcere a vita, senza altre colpe se non quella di essere nati, costretti a stare dietro le sbarre, mentre fuori la gente dabbene spende 1500 euro per un cucciolo con pedigree.

Per loro non arriverà mai nessun indulto, nessuno sconto di pena, nonostante le loro carceri (canili) scoppino da ormai molti anni, nonostante in alcune zone la legge permetta di tenerli non come in un carcere ma come in un lager, venduti a meno di un euro al giorno, si la stessa cifra per cui ci scandalizziamo che nel sud del mondo non ci si campi.

Eppure sarebbe così facile fare un indulto per loro, sarebbe così facile in questi giorni di finanziaria dare due soldi in più a chi li deve gestire, dare incentivi a chi prende un cane randagio anziché un cane di razza, sarebbe tutto così facile, già troppo facile per quella massa bipede che infesta questo pianeta.

lunedì 22 maggio 2006

anni avanti....

mercoledì 17 maggio 2006

allucinante


no comment

martedì 2 maggio 2006

ai cacciatori e ai bracconieri



essere sul posto mentre vedi un figlio di puttana troglodita che dalla sua cascina spara a ogni piccione che passa, con il permesso e il consenso delle istituzioni, è una delle cose più frustranti che può capitare, a chi pensa che non esiste pena terrena sufficiente ad equilibrare il male che quei bastardi commettono.
Se questo fosse un mondo civile, gente così verrebbe torturata per lunghi anni, senza mai farli morire, perché la morte sarebbe per loro una liberazione.
Quando vedi certe scene, pensi che per certi individui, campi di concentramento e bastonate in testa forse non sarebbero una soluzione, ma di certo allevierebbero in piccola parte la tua voglia di vendetta per quei poveri animali trucidati senza pietà.
Non potrò mai provare pietà per l'essere umano, perché se è vero che in natura molte speci uccidono, l'uomo è l'unico a non farlo per bisogni di sopravvivenza, ma è l'unico a farlo per puro divertimento, ridevano ieri mentre abbattevano i piccioni, ridevano mentre quei poveri essere stramazzavano al suolo, mi auguro che un giorno un cazzo di tsunami ci stermini tutti, siamo una specie che non merita di stare a questo mondo. ma merita solamente di morire nel più tragico dei modi.

mercoledì 19 aprile 2006

Don Cha Like Da Game?



A volte qualche notizia fa sorridere e rende la giornata un po' meno pesante.
Voleva giocare col gorilla, ecco, questo forse gli insegnerà che i gorilla è meglio vederli sul NationalGeographic, perché non sono idioti a cui tirare una nocciolina...

(ANSA) - FASANO (BRINDISI), 18 APR - Un gorilla ha lanciato una pietra contro un visitatore, colpendolo sul labbro e scheggiandogli un dente. E' accaduto ieri nello Zoosafari di Fasano. Probabilmente a scatenare l'imprevista reazione potrebbe essere stato il lancio di una nocciolina contro l'animale il quale ha raccolto una pietra e l'ha scagliata contro i turisti al di la' del recinto. Il malcapitato guarira' in sette giorni e ha deciso di presentare denuncia presso i carabinieri di Fasano.

lunedì 17 aprile 2006

She makes me wanna die


She makes me wanna die
Follow where mary goes
Cherish the things she knows
Says if I change my stride
Then I’ll fly
She makes me wanna die
Change my stride
Then I’ll fly
Look to the sun
See me in psychic pollution
Walking on the moon
How could you dare?
Who do you think you are?
You’re insignificant
A small piece, an ism
No more no less
You try to learn the universe
Can’t even converse in uni-verse
You know it’s ironic smoking hydroponic
She makes me wanna die
And change my stride
Then I’ll fly
She makes me wanna die
Follow where mary goes
Cherish the things she knows
Says if I change my stride
Then I’ll fly
And change my stride
Then I’ll fly
Look to the sun
See me in psychic pollution
Walking on the moon
How could you dare?
Who do you think you are?
You’re insignificant
A small piece, an ism
No more no less
You try to learn the universe
Can’t even converse in uni-verse
You know

lunedì 10 aprile 2006

l'italia liberata

Viva l'Italia, l'Italia liberata,
l'Italia del valzer, l'Italia del caffè.
L'Italia derubata e colpita al cuore,
viva l'Italia, l'Italia che non muore.
Viva l'Italia, presa a tradimento,
l'Italia assassinata dai giornali e dal cemento,
l'Italia con gli occhi asciutti nella notte scura,
viva l'Italia, l'Italia che non ha paura.
Viva l'Italia, l'Italia che è in mezzo al mare,
l'Italia dimenticata e l'Italia da dimenticare,
l'Italia metà giardino e metà galera,
viva l'Italia, l'Italia tutta intera.
Viva l'Italia, l'Italia che lavora,
l'Italia che si dispera, l'Italia che si innamora,
l'Italia metà dovere e metà fortuna,
viva l'Italia, l'Italia sulla luna.
Viva l'Italia, l'Italia del 12 dicembre,
l'Italia con le bandiere, l'Italia nuda come sempre,
l'Italia con gli occhi aperti nella notte triste,
viva l'Italia, l'Italia che resiste.

cmq vada.... oggi perdiamo...


scrivo queste poche righe, a sole sei ore dall'apertura delle urne, a poche ore dalla probabile fine di un regime, che ha logorato i nervi di questo paese.
cmq vada, già cmq vada, perché oggi può succedere di tutto, ma cmq vada, oggi c'è un perdente sicuro, il popolo, il popolo costretto a votare per mandare via un regime, costretto a mandare al governo delle mezze vergini, dei piccoli pupazzi di d'alema, dei fantocci paleo-democristiani, senza manco poter dare una preferenza, tangentari, palazzinari e amici di mafiosi, cmq vada oggi noi perderemo, noi il popolo che vuole un'italia più giusta, il popolo che in nome della libertà verserebbe il proprio sangue, noi che sognamo un paese che sia aperto a chi arriva, e sia casa per chi vi è nato.
Noi oggi avremo perso, perché questi 12 anni di regime hanno logorato tutti, al punto che oggi l'unico modo per cacciarlo è crearne uno nuovo, con nuovi volti, con persone apparantemente un po' meno sporche, un po'meno corrotte, ma attenzione non certo persone non corrotte, o non sporche.
Oggi l'italia perderà, oggi cmq vada, sarà un giorno triste per l'Italia, oggi finirà un regime, ma se non ci rendiamo conto di cosa passa nella testa dei leader "maximi" della cosiddetta sinistra, se fin da stanotte non scenderemo in piazza a dire a questi signori che sono stati mandati al governo per reinstaurare la democrazia e non certo per prendersi loro il potere, beh, allora ci aspettano 5 anni proprio brutti.
Stanotte le masse devono scendere nelle piazze, ma non certo per festeggiare la fine di un regime, il regime finirà solo il giorno in cui avremo reinstaurato le leggi democratiche in questo paese, ma per urlare a gran voci a quella massa di catto-comunisti che sono stati eletti, che vedano di muovere il culo e di reinstaurare la democrazia, perché se no, se non lo faremo, se li "lasceremo governare", scordiamoci l'ultima possibilità di "uscire a riveder le stelle".
Cmq vada, oggi ha perso la democrazia.

venerdì 24 marzo 2006

il mondo alla rovescia


stavo cercando delle foto sulla caccia, e mi sono imbattuto in questa qui.
Mi ci sono voluti almeno 5 minuti per riprendermi dall'atrocità che sta dietro a questa foto, l'atrocità di un bambino, che dalla vita ha avuto la sfortuna di essere tetraplegico, che si fa fotografare con un cucciolo di bambi appena ucciso.

Foto del genere fanno capire che non esiste un'altra specie al mondo, capace di atrocità come la nostra, non abbiamo limiti alla crudeltà che riusciamo a creare, abbiamo una tale mancanza di empatia, che non sentiamo la sofferenza neanche quando essa urla a 120 decibel, più guardo il viso sorridente di questo bambino, che anziché fare come tutti i bambini, ovvero guardare bambi e piangere, sorride per la foto, penso che la nostra specie sia arrivata al capolinea, ed è arrivato il tempo per sparircene da questa terra, tanto che ci siamo alienati.

Non esistono giustificazioni, non esistono ragioni, non esiste un motivo per restarcene impassibili di fronte a questi crimini.

lunedì 20 marzo 2006

johnny, the man in black


dopo quasi 50 anni, ci sono ancora tutti, e anche di più i motivi per vestirsi sempre di nero, ciao johnny, "always be a good boy!"

Well, you wonder why I always dress in black,
Why you never see bright colors on my back,
And why does my appearance seem to have a somber tone.
Well, there's a reason for the things that I have on.

I wear the black for the poor and the beaten down,
Livin' in the hopeless, hungry side of town,
I wear it for the prisoner who has long paid for his crime,
But is there because he's a victim of the times.

I wear the black for those who never read,
Or listened to the words that Jesus said,
About the road to happiness through love and charity,
Why, you'd think He's talking straight to you and me.

Well, we're doin' mighty fine, I do suppose,
In our streak of lightnin' cars and fancy clothes,
But just so we're reminded of the ones who are held back,
Up front there ought 'a be a Man In Black.

I wear it for the sick and lonely old,
For the reckless ones whose bad trip left them cold,
I wear the black in mournin' for the lives that could have been,
Each week we lose a hundred fine young men.

And, I wear it for the thousands who have died,
Believen' that the Lord was on their side,
I wear it for another hundred thousand who have died,
Believen' that we all were on their side.

Well, there's things that never will be right I know,
And things need changin' everywhere you go,
But 'til we start to make a move to make a few things right,
You'll never see me wear a suit of white.

Ah, I'd love to wear a rainbow every day,
And tell the world that everything's OK,
But I'll try to carry off a little darkness on my back,
'Till things are brighter, I'm the Man In Black.

domenica 19 marzo 2006

BLOG v. 3.0


ci riprovo per l'ennesima volta, chissà se quest volta la mia costanza, mi permetterà di portare avanti le mie dispersioni di caratteri, riciclo di emozioni e coltivazione di paure, per un tempo abbastanza lungo.

sono successe talmente tante cose che è difficile decidere da dove ricominciare, se dalla città che fa da contorno al mio computer che non è più la stessa, se dal computer stesso che non è più lo stesso, se da un sacco di cose che sono surround a tutto ciò che non sono più le stesse, ma preferisco direttamente partire da qualcosa di nuovo, evitando sentimentalismi su un passato di cui non è più il caso di continuare a parlare.

riassunto per immagini in ordine sparso di ciò che vi siete persi:
mobili impacchettati per il trasloco, trasferta col toro a piacenza: perso, chiavi inglesi per montare i mobili nella nuova casa, abiti sporchi di vernice, gialla, arancione e azzurra, lampadine a basso consumo pronte per essere montate nei nuovi lampadari, modem per collegamente internet wi-fi, auto distrutta per incidente a 160 all'ora contro un muro, luce al neon da montare dentro al case del pc, prodotti per la pulizia della casa, letto futon ancora da montare, presidio davanti al circo a brescia, mixer per il dj set della festa di capodanno, trasferta col toro a bologna: pareggio, viso della ragazza dei sogni che ti guarda dopouna notte di sesso, matisse, chagall, duca e asja che mi salutano mentre porto via le ultime cose da casa, due ragazzi allucchettati davanti alla rinascente a milano, caviglia che duole durante la corsa, la tastiera di questo pc, sgabello rosso in vetroresina, io che sorrido.