lunedì 31 gennaio 2005

sway























to dean martin, unforgotten

giovedì 27 gennaio 2005

holocaust memorial day



oggi non c'è mezzo di informazione che non stia parlando del sessantesimo anniversario dell'apertura dei cancelli di auschwitz, e quindi l'inizio della fine della brutalità della seconda guerra mondiale.

Mi dovrebbe venire facile capire cos'è stata questa tragedia, mi basterebbe pensare ai 3 anni trascorsi da mio nonno all'interno di un lager per capire di cosa si sta parlando, però non mi riesce assolutamente facile.
Non capisco come tutti possano parlare di "orrori e tragedie" come cose che appartengono ad un passato nero, estranee dalla quotidianità del mondo attuale.
Ai miei occhi non risulta credibile pensare che Auschwitz ha chiuso, ha chiuso solo un muro, in una determinata area, ma l'olocausto, inteso come sterminio premeditato e sistematico di esseri viventi, non è mai terminato, è socialmente accettato, come lo era deportare gay, zingari ed ebrei durante gli anni 40.
L'indifferenza della gente, che crea il sottosuolo all'olocausto è viva oggi molto più di 60 anni fa, e le vittime, rinchiuse nei lager, oggi non si contano a milioni, ma a decine di miliardi, e le ignoriamo e sfruttiamo, così come 60 anni fa si ignorava e sfruttava quello che oggi si chiama "crimine storico"













lunedì 24 gennaio 2005

tributo



'Ndo vadduni da Scammacca
i carritteri ogni tantu
lassaunu i loru bisogni
e i muscuni ciabbulaunu supra
jeumu a caccia di lucettuli ...
a litturina da Ciccum-Etnea
i saggi ginnici 'u Nabuccu
a scola sta finennu.
Man manu ca passunu i jonna
sta frevi mi trasi 'nda ll'ossa
ccu tuttu ca fora c'è a guerra
mi sentu stranizza d'amuri ... l'amuri
e quannu t'ancontru 'nda strata
mi veni 'na scossa 'ndo cori
ccu tuttu ca fora si mori
na mori stranizza d'amuri ... l'amuri.

giovedì 20 gennaio 2005

biggie's words i do love




lie together, cry together, i swear to God i hope we fuckin die together

(Notorius B I G)


domenica 16 gennaio 2005

ciao giorgio....



ciao amico,
avevo conosciuto da poco i tuoi occhi tristi e il tuo rene malato, e la tua storia che non aveva mai visto altre mura se non quelle per te amiche del canile.
avevi sempre solo chiesto una casa calda, e qualcuno con cui giocare, una casa piena di quegli umani che tu tanto amavi, magari anche con cuccioli di umani da accudire.
invece per sei anni hai solo visto persone arrivare, guardarti e poi gettare gli occhi su qualcun altro. solo perché più piccolo di te.
spero che almeno ora per te lassù ci sia una casa calda, con una scodella d'acqua sempre piena, e tanta pappa buona...
ciao amico

ci vediamo di là

giovedì 13 gennaio 2005

uno che ha capito tutto

"On the subject of software - I've got to say that a VJ performance using actual hardware looks a whole lot more interesting than some dude standing behind their laptop all night looking like their checking their fucking email!"

cam from sex pixels

scelte difficili, scelte importanti



onore ai ragazzi che ieri sera hanno saputo fare una scelta importante e difficile, ma a rivederla oggi bellissima, che dimostra che difendiamo dei colori che vogliono dire qualcosa in più di qualche casacca e un pallone, colori che sopravviveranno al tentativo di questo schifoso calcio moderno di cancellarci dalla storia.

è nelle scelte difficili che si riconosce chi lotta con onore... e col cuore, e al toro, mancherà tutto ma il cuore mai.

comunicato gruppi maratona

mercoledì 12 gennaio 2005

la terra degli eroi

fila

ieri ci sono passato vicino, come spesso capita, ma ieri, complice il sad mood, non ce l'ho fatta a non fermarmi ed andarlo a vedere, toccare e sfiorare...
riaprire quel cancello che per gente come mio nonno era la porta del paradiso.
andare dentro fa male, fa sempre malissimo, soffro a rivedere quelle pietre abbandonate, l'erba incolta, il ferro arrugginito.
ripenso alla mano umana, che ha distrutto quel luogo, trasformato la leggenda in desolazione...
lui, il povero fila, è sopravvissuto però, si fa vedere poco, lui è lontano dagli sfarzi del vicino villaggio olimpico, del nuovo comunale, della linea del metrò ultramoderna, lui nn appartiene a quest'epoca, ma in quest'epoca suo malgrado ha dovuto arrivarci.
lui l'ultimo testimone delle gesta degli eroi, lui li ha salutati per l'ultima volta, lui ha sentito pulsare il cuore della città per l'ultima volta...
e oggi giace dimenticato, come un anziano in ospizio, un problema che nessuno vuole affrontare...
ma lui nn vorrebbe niente di particolare, solo un po' di affetto, e magari 5 ragazzini di strada che sulla sua erba incolta giochino al pallone, e già lo so che tra quei visi albanesi e rumeni, crederebbe di riconoscere, loik, gabet, riga, e tutti gli altri eroi che 55 anni fa lo hanno salutato per l'ultima volta, precedendolo su nel cielo, facendo delle nuvole un manto erboso.
un giorno anche tu caro fila, avrai il tuo posto nella storia, il posto che ti merita, perché non può esistere un eroe senza la sua terra, e non può esistere una terra senza i suoi eroi.

domenica 9 gennaio 2005

speechless

broken

come un ordine del più alto ufficiale in carica,
lui chiede e noi eseguiamo.

anche quando fa male,
anche quando il nostro istinto ci farebbe fare altro.

speechless, like a weasel biting an eagle, flyin up to nowhere, and keepin hangin on

mercoledì 5 gennaio 2005

I Am Jack's Complete Lack of Surprise.

collpasing building

I'm sorry... you met me at a very

strange time in my life.

a bout de pulp

bout de souffle


  MIA

Don't you hate that?

VINCENT
What?

MIA
Uncomfortable silences. Why do we
feel it's necessary to yak about
bullshit in order to be
comfortable?

VINCENT
I don't know.

MIA
That's when you know you found
somebody special. When you can
just shit the fuck up for a minute,
and comfortably share silence.

lunedì 3 gennaio 2005

sulla natura umana... alias "changing mood"

torinopo

bastano poche cose, a volte una voce, un volto, o a volte ancora apparentemente meno, per cambiare radicalmente l'umore delle persone, e rendere felici i giorni tristi, mettere i sorrisi la dove prima c'erano le lacrime.
con tutti i suoi difetti, l'animo umano riesce ad essere stupendo a volte... proprio in quei meandri del non spiegabile a parole, proprio in quelle comunicazioni che avvengono in forme che nessun libro di semiotica potrà mai spiegarti.

domenica 2 gennaio 2005

ancora proust

«Dire que j'ai gâché des années de ma vie, que j'ai voulu mourir, que j'ai eu mon plus grand amour, pour une femme qui ne me plaisait pas, qui n'était pas mon genre ! »


marla

un momento... rewind....

ho già vissuto questa scena... questo momento

avevo 15 anni quando fui costretto a leggere proust.... me lo imposi a mo di leopardi, odiai proust con ogni energia, ma lo lessi fino in fondo quel suo "amour de swann" odiai odette, i suoi modi da sgualdrina, e odiai swann che se ne era innamorato. Ma soprattutto odiai proust per aver scritto quel libro e odiai me stesso per averlo letto...
arrivai in fondo comunque da bravo leopardi, mi feci slegare dalla sedia, e in mente mi rimase stampata quella frase con cui si chiudeva il libro.
dentro di me mi chiedevo... come può un uomo essere così imbecille, stare male, soffrire, per qualcuno che poi in fin dei conti manco ti piace.
che romanzo idiota.... e lì terminai.

dopo quattro anni, un giorno, alla fine di una lunga malattia, la prima importante della mia vita, in cui rischiai più volte di morire, mi venne in mente proust... il proust che avevo odiato...

e poi ancora due anni dopo, mentre stavo male...
e poi ancora
ancora

ogni volta che sto male, ogni volta in cui la malattia esce dalla fase acuta della febbre che fa delirare, lui ritorna... quasi come una maledizione per averlo odiato 10 anni fa, per aver pensato che fosse uno scemo a trattare così il genere umano...

l'ultimo respiro

patricia from a bout de souffle

lungo e profondo, dopo un giorno strano e bello, iniziato blue e finito con le tinte rosse di wong kar wai, un respiro per dorimire a lasciare che nel sonno il subconscio prenda la meglio e disegni percorsi e sentieri che conducono in luoghi di cui la mente lucida ignora persino l'esistenza.

sabato 1 gennaio 2005

duemiliacinque



se gli anni si devono giudicare dal primo giorno, forse non avrei avuto un anno buono in tutta la mia vita, ho da sempre un pessimo rapporto con l'ultimo e il primo giorno dell'anno... a parte un fil rouge di alcol che li ha uniti tutti, dal primo a 3 anni, quando rubai una bottiglia di champagne dal tavolo e poi mi trovarono scendere le scale di casa a carpioni alla rovescia, fino all'ultimo di ieri, sorretto dalla sola svedese con cui se ci finisci a letto poi stai male (leggi absolut) a braccetto con l'inseparabile RedBull per reggere le ore che ogni veglione richiede.

Forse ciò che non amo del capodanno, è il mare di aspettative che tutti vi ci mettono, non ho mai sopportato i climi pieni di aspettative, soprattutto perché io non le so reggere. Sono come la palla nera quando giochi a snooker, posso infilare sette palle di fila, studiando trigonometrie da nobel, ma quella maledetta nera, anche se semplice non vuole mai entrare, con gli anni ho capito che non è la palla che ha conformazioni fisiche diverse, ma è la mia mente, che quando vede un traguardo e sente che bisogna farlo, si rifiuta... e poi in fin dei conti è più bello fare cose eccezionali quando non te lo aspetti che quando ne senti il bisogno. Come quando un pomeriggio di tristezza viene rotto dal passaggio della persona amata e dimenticata, quella visita, vale più di un milione di incontri voluti e sognati.



project mayhem is back


che bello riaccarezzare il mio panasonic AVE-7, ricercare i tempi per buttare i loop in superimpose, correre dietro a quel beat in downtempo della drum&bass, che ogni volta che ti sembra di averlo trovato, lo perdi, perché per quanto tu vada veloce, lui è già alla battuta dopo.

mi sono mancati questi mesi, primo impegno per il 2005, rifare partire tanti progetti per serate, back to the origin...

buon duemilacinque a tutti....

"and remember people that no matter who you are and what you do to live, thrive and survive, there's still some things that make us all the same. You, me, them everybody, everybody."
(Elwood Blues - The Blues Brothers)