giovedì 31 marzo 2005

intermezzo



Stavo solo riciclando vecchi battti del cuore, senza testa ma pensando che anche quello fosse amore. Le retoriche quadrate stanno lì in televisione, io in un posto più quadrato e dentro solo confusione.

Cosa dire, cosa fare, nel pensiero e nell'azione, sono buoni in questi casi per redimere un coglione (x2)

Ora provo a riordinare la mia triste situazione, resta in giro troppa roba, che non faccio più attenzione, dove mando le parole per sentire il loro suono, dove ho perso l'innocenza e quando chiederò perdono?

Cosa ho detto? Cosa ho fatto? E resterò perso per aria, come fumo a disconoscere la fiamma originaria (x2)

Babalot - Ma che ti ho fatto - 2004

diventa C1P8



Avevo 5 anni, mio padre era molto più alto di me, aveva i capelli scuri e un po' lunghetti, mi teneva la mano destra, mia madre, era più alta di me, aveva occhiali da sole grandi e scuri, e mi teneva la mano sinistra.

Quella mattina non era una mattina come tutte le altre, mia madre preparava tante valigie, ma non stavamo andando in vacanza, anche se lei continuava a ripetere che "tu e la lella andate in vacanza dalla zia, perché io e il papà dobbiamo andare via".

La zia ci accolse felicemente, a me e mia sorella furono regalati due giocattoli nuovi, a lei una bambola di pezza, tutta nuova, a me un giocattolino con C1P8 (il robottino della serie star wars, che nella saga seguente si chiamerà R2-D2).

Aveva una molla a fianco al corpo, quando giravi la molla poi lui camminava per un po' di centimetri. Fu il mio compagno di giochi, per quelle due infinite settimane, senza mamma e papà.
Era la prima volta che si assentavano pe così tanto tempo, e poi nessuno mi aveva mai detto dove erano andati, ogni volta sentivo cose diverse, una volta erano "in vacanza", un'altra a "trovare una persona importante", un'altra "il papà è andato via per lavoro", e varie altre tesi sulla loro dipartita.

C'erano sempre facce strane in quei 15 giorni di maggio, a dire il vero erano un paio di mesi che di punto in bianco in casa mia si respirava un'aria stranissima e senza che fosse successo nulla, io mi ero limitato sempre a giocare con il commodore 64 e non fare troppa partecipazione nella vita "giù da basso".

In quel maggio, lontano da casa, mancava il mio fedele C64, e allora l'unica possibilità per giocare era quel robottino, che io ancora conoscevo poco, però mano a mano diventai lui, presi anch'io a camminare in quel modo goffo, mi affascinava in particolar modo quella testa semi-sferica, e ancor di più la grande molla da girare.

Alla fine delle due settimane, mamma e papà tornarono a casa, papà camminava a fatica e non poteva abbassarsi per abbracciarmi, ma capii che lo voleva fare fortissimamente, portava una enorme fasciatura sull'addome, mia madre era felice, felice come non lo era da mesi, ma forse anche molto di più, tutto il clima tornò felice, io lo accettai, e io C1P8, mia sorella e la sua bambola di pezza, fummo ritrasportati nella nostra casa.

Solo molti anni dopo scoprii che quel viaggio non fu di piacere, mio padre andò per farsi operare di un tumore, e le ipotesi della vigilia davano per molto improbabile una sua sopravvivenza.

Avevo 5 anni, un robottino come amico, e tutti e due i genitori da poter disegnare a fianco a me sul foglio di carta all'asilo, cosa può volere di più un bambino?

mercoledì 30 marzo 2005

diventa il capitano kirk



ho 9 anni, un futuro come fallito segnato già dai primi voti alle scuole elementari (è intelligente ma non si applica) , pomeriggi al campetto a cercare di farmi chiamare in una delle due squadre improvvisate di calcio, non per ultimo. E invece, puntualmente, alla fine delle scelte, rimanevamo sempre io e cristian, a contenderci gli ultimi due posti, con grande dispiacere dei due capitani di turno che ci omaggiavano frasi tipo "e adesso chi cazzo scelgo".
Il ruolo al campetto era sempre lo stesso, stai dietro e se per caso ti arriva la palla, passala subito, altro che sognare un futuro alla Rumenigge, il mio ruolo di stopper era ormai segnato a vita.
Finito il pomeriggio al campetto, che in genere finiva in gran scazzottata tra gli astanti, si ritornava tutti a casa, e li davanti alla tele con la mia scatola di 2 kili di gelato algida al tiramisu, davo il meglio di me. 2 ore di fila incollato a bim bum bam, perso tra l'amore segreto e mai rivelato prima di queste poche righe per georgie, e il sogno ancor oggi coltivato di avere un posto nella Mappet al fianco di Marc Lendl.
Avevo 9 anni, sognavo di trovarmi una morosa, anche se non avrei avuto la minima idea di cosa ci avrei potuto fare con una morosa, però avevo capito che la morosa era lo strumento tramite il quale si poteva accedere ai piani alti, dove stanno i bambini che contano.
Una sera Canale 5, mi fece conoscere uno dei miei riferimenti che avrò poi tenuto per anni, nella mia vita, il capitano kirk.
Non avevo ancora la lucidità per capire cosa lui realmente rappresentasse, all'epoca era solo uno "fico" uno che si fotteva gli alieni senza pensarci due volte, uno che dava ordini a tutti, e tutti eseguivano felici.
Avevo 9 anni, e un fottuto sogno, da grande volevo diventare il capitano dell'enterprise.

domenica 27 marzo 2005

the happy day of mary



when john went away, he left her alone with that strange boy.
talkin about revolution and freedom.

mary never understood why her child was like that, carin of the others, all days.

when they took him away, she cried for 3 days, and the legend say that the red sea became full of her tears.
then she went to visit him, to see what they left of his body.

and she found nothing, because, they can kill us, but they can not kill what we are fighting for.

mary smiled, her boy was not dead anymore, he was blowin in the wind