giovedì 27 gennaio 2005

holocaust memorial day



oggi non c'è mezzo di informazione che non stia parlando del sessantesimo anniversario dell'apertura dei cancelli di auschwitz, e quindi l'inizio della fine della brutalità della seconda guerra mondiale.

Mi dovrebbe venire facile capire cos'è stata questa tragedia, mi basterebbe pensare ai 3 anni trascorsi da mio nonno all'interno di un lager per capire di cosa si sta parlando, però non mi riesce assolutamente facile.
Non capisco come tutti possano parlare di "orrori e tragedie" come cose che appartengono ad un passato nero, estranee dalla quotidianità del mondo attuale.
Ai miei occhi non risulta credibile pensare che Auschwitz ha chiuso, ha chiuso solo un muro, in una determinata area, ma l'olocausto, inteso come sterminio premeditato e sistematico di esseri viventi, non è mai terminato, è socialmente accettato, come lo era deportare gay, zingari ed ebrei durante gli anni 40.
L'indifferenza della gente, che crea il sottosuolo all'olocausto è viva oggi molto più di 60 anni fa, e le vittime, rinchiuse nei lager, oggi non si contano a milioni, ma a decine di miliardi, e le ignoriamo e sfruttiamo, così come 60 anni fa si ignorava e sfruttava quello che oggi si chiama "crimine storico"













2 commenti:

  1. leggere i propri pensieri scritti da qualcun altro mi fa sempre uno strano effetto.
    i campi di concentramento sono ovunque, intorno a noi.
    gli altri animali, certo, e anche l'uomo. anche in questo paese. c'è ancora sfruttamento, tortura, omicidio nelle carceri.
    sentire questo dolore sulla propria pelle e fare di tutto per cambiare qualcosa.
    Nix

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  2. grazie pier,
    per quello che hai scritto, e per quello di cui abbiamo parlato pm.
    giornata della memoria, eppure oggi dopo aver parlandoto ho pensato a quante cose "è più conveniente" smemorare. la violenza, pare che ce la portiamo al midollo, altro che memoria.

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