Come eravamo / 2
L'anarchico venuto dall'america per uccidere il re
Per raccontare questo fatto voglio partire una volta tanto non in mezzo alle cose, ma da un antefatto senza il quale questa storia avrebbe molto meno senso.
Era il 1898, la Lombardia viveva una situazione economica gravissima (furono 519.000 i lombardi costretti a emigrare in quegli anni) a Milano il popolo era sempre più affamato e l'esosa tassa sulla farina e sui macinati imposta dal re, rendeva il costo del pane inaccettabile per il popolo.
Fu così che il popolo insorse, e assaltò i forni del pane, mossi dalla fame e dalla volontà di non morire di stenti, l'insurrezione fu repressa nel sangue con i fucili e i cannoni dai Carabinieri al comando del generale piemontese Fiorenzo Bava-Beccaris, che poi per questa azione di ordine pubblico fu insignito con la Croce di grand'ufficiale dell'ordine militare di Savoia, "per rimeritare il servizio reso alle istituzioni e alla civiltà" da Umberto I re d’Italia.
Le stime parlano di oltre cento persone morte ammazzate dal piombo dell'arma sempre fedele nei secoli allo Stato, tra le vittime vi furono i miserabili in fila dai frati per ricevere la minetra.
Gaetano Bresci era da anni emigrato in America all'epoca di questi fatti, ma quando la notizia giunse al suo orecchio non potè lasciarlo insensibile, giovane anarchico che proprio nel nuovo continente stava scoprendo la dottrina della libertà.
Decise così che avrebbe vendicato quegli oltre cento miserabili che trovarono la morte per aver chiesto di poter mangiare. I restanti 2 anni della sua vita Bresci, come vuole la storia anarchica militante, li destinò alla preparazione del regicidio, tornò in Italia, studiò gli spostamenti del re, si procurò l'arma, e la sera del 29 luglio del 1900, mentre il re rincasava nella sua villa monzese si avvicinò alla carrozza, e il suo braccio0 divenne la vendetta di quei cento pezzenti che il re ordinò reprimere col piombo per un tozzo di pane.
Agì da solo, in perfetto stile anarchico, non provò pietà per l'uomo, ma solo odio per chi aveva con tanta efferatezza commesso quello che ai suoi occhi appariva come un crimine, ma che in quella società era premiato con una medaglia.
Fu condannato per regicidio ai lavori forzati a vita, rinchiuso in una cella alta tre metri guardato a vista, morì un anno dopo suicida in circostanza mai chiarite, il suo corpo fu fato sparire, i documenti sulla sua morte cancellati, di lui è arrivata a noi solo la rivoltella che per un attimo parve ridare al popolo la dignità perduta.
La sua storia si lega per certi aspetti a quella di Guy Fawkes che trecento anni prima cercò di fare lo stesso in Inghilterra con la "congiura delle polveri", ma laddove un gruppo di persone fallì, l'individualismo anarchico di Bresci arrivò dritto al suo obiettivo.