martedì 6 dicembre 2005

dispersione di emozioni



sto come uno scemo davanti a uno scaffale di una biblioteca nel punto dove ormai quasi 24 ore fa ho conosciuto lei, se ne stava lì immobile, l'ho avvicinata pensando di esserle utile, le ho mostrato un libro di Verne, lei mi ha sorriso, aveva un sorriso speciale, bello. abbiamo parlato di libri, di passioni, l'ho portata alla piscina, e poi a mangiare una pizza insieme. Ha preso una vegetariana, io la solita funghi senza mozzarella. Ha un animo profondo, abbiamo scoperto di avere tante cose che ci avvicinano. poi siamo usciti dalla pizzeria, e siamo stati a casa, dove per tutta la notte lei mi ha bisbigliato nell'orecchio parole stupende, mi ha cantato con la sua voce bassa e calda l'hallelujah di jeff buckley, e poi abbiamo parlato dell'anima degli autobus notturni, ci siamo dedicati la cura, bisbigliandocela nell'orecchio, per paura di svegliare quella notte che ormai sapeva di alba, e che non volevamo più che finisse, e ci portasse via un sogno che aveva il profumo del gelsomino, e il colore rosa di quelle passioni delicate, che hai quasi paura a sfiorarle tanto che le vedi dolci, e con noi c'era il piccolo principe che aspettava la sua rosa, ascoltando la volpe, e quella voce splendida di israel kamakawiwo^ole che ci bisbigliava a tutti e due che da qualche parte oltre l'arcobaleno c'è un mondo stupendo.
quando i nostri fisici hanno ceduto siamo tornati nella biblioteca dove c'eravamo incontrati e davanti a quel libro di Verne ci siamo abbracciati e dati un bacio che mai potrò dimenticare, ricordo di una giornata così intensa e ricca di emozioni e passioni, che difficilmente potrò mai catalogare e spiegare, ma più semplicemente potrò vivere, come ancora adesso vivo il sapore di lei che ho sulle mie labbra. L'ho guardata addormentarsi, le ho dato un bacio sulla fronte e fatto una carezza, sono stato un po' a guardarla nella penombra, e poi ho chiuso gli occhi anch'io.
Ora sono qui, davanti a quello scaffale a riguardare quelle luci, e guardare quell'ingresso, da cui prima o poi lei spunterà, e io le correrò incontro dicendole quanto mi è mancata e la stringerò forte a me e non la lascerò più andare via. vivremo come i due amanti di Dolls di Takeshi Kitano, ci legheremo insieme per un drappo rosso, e attraverseremo il mondo sempre legati uno all'altra, attraversando le stagioni e gli spazi.



bello.

2 commenti:

  1. ciao pier, che sorpresa!
    ora non ho tempo per leggere questo tuo lungo post perchè devo scappare al lavoro, ma quando torno lo leggo, promesso.

    come sto? sto bene, è proprio vero che non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume. chi lo diceva? eraclito? non ricordo, fa niente.

    sempre restando in ambienti liquidi, devo dire che ne è passata d'acqua sotto i ponti e magari con più calma ci si aggiorna un po'.

    se vuoi dare un'occhiata, mi trovi anche qui: www.fotolog.net/spreco.

    ora volo davvero, sono in mostruosissimo ritardo!

    un bacio

    RispondiElimina
  2. è molto bello ciò che hai scritto.

    ancora più bello sapendo che è vero.

    michele

    RispondiElimina